Fiumi sotto pressione

La tendenza a urbanizzare nelle valli fluviali elimina gli elementi tipici ed essenziali del sistema fluviale come la vegetazione riparia che aiuta nei processi di depurazione delle acque, i meandri che rallentano il flusso d’acqua, le aree golenali l’asportazione di materiale dal letto del fiume. I fenomeni disastrosi legati alle esondazioni sono quindi principalmente dovuti alla presenza di un’urbanizzazione che non tiene conto della naturale area di pertinenza del fiume. Altro fattore di pressione sui fiumi è l’inquinamento. Oltre a un inquinamento che vede, tra gli altri, un’elevata quantità di plastica raccolta dai fiumi e trasportata al mare, c’è anche un inquinamento diffuso in cui, oltre all’elevata quantità di plastica che viene raccolta dai fiumi e trasportata al mare, c’è anche quello provocato da tutte le sostanze chimiche quali medicinali e fertilizzanti utilizzati in agricoltura che dal terreno arrivano al reticolo idrografico. La cattiva gestione dei reflui con sistemi di depurazione vecchi, centralizzati e inefficaci a fronte di una notevole fluttuazione di abitanti, come nelle aree di villeggiatura, e l’uso di sfioratori fanno sì che le acque miste possano tracimare direttamente in natura, senza essere trattate, a seguito di intense precipitazioni. Una soluzione potrebbe essere quella di prevedere una depurazione decentrata con strutture più piccole e distribuite lungo il corso d’acqua o passare direttamente alla fitodepurazione per quelle realtà che si trovano distanti dal centro.

Credito fotografico: © Michel Gunther / WWF