L'ACQUA COME RISORSA
DEL PIANETA

Luoghi e specie simbolo del nostro impegno

Lago di Burano

TOSCANA

Specie simbolo: falco pescatore

È la prima oasi italiana del WWF. Situata a Capalbio, in Toscana, l’oasi del Lago di Burano in realtà è uno stagno costiero salmastro, derivato da un antico lago, oggi collegato con il mare attraverso un canale parzialmente artificiale che viene aperto a seconda delle esigenze di gestione. Ricchissimo di flora e di fauna, in quest’area di 410 ettari si contano 600 specie vegetali e 274 specie di uccelli, oltre a numerosi mammiferi ed insetti.

Le Gole del Sagittario

ABRUZZO

Specie simbolo: orso bruno

Profonde e spettacolari gole calcaree modellate dall’azione erosiva delle acque del Fiume Sagittario in milioni di anni. Così si presenta la Riserva Naturale Regionale – Oasi WWF Gole del Sagittario, nel Comune di Anversa degli Abruzzi (AQ). L’area si estende per circa 450 ettari.
Questo profondo canyon offre rifugio anche all’Orso Bruno Marsicano minacciato dalla frammentazione dei boschi.

Oasi di Persano

CAMPANIA

Specie simbolo: lontra

“L’Oasi della lontra”, così viene chiamata l’Oasi WWF di Persano, la prima Oasi WWF nata in Campania nel 1981 proprio per la difesa di questo mammifero terrestre, tra i più rari d’Italia.
L’oasi di Persano, un’isola verde di 110 ettari in provincia di Salerno sorta su un lago artificiale lungo il corso del fiume Sele, rappresenta una zona umida d’importanza internazionale, oltre che una delle aree più significative del sistema WWF.

Laguna di Orbetello

TOSCANA

Specie simbolo: fenicottero

Era il 1964 quando due giovani ornitologi, Fulco Pratesi e Hardy Reichelt, scoprivano nella laguna di Orbetello una colonia di cavalieri d’Italia, eleganti volatili che a quel tempo rischiavano di scomparire dal nostro paese a causa della caccia. Qui Pratesi ebbe l’idea di fondare il WWF (1966) e nel 1971 venne istituita l’Oasi di Orbetello affidata all’associazione.
La storia dell’oasi è fatta di grandi successi: dalla qualifica, ottenuta nel 1977, di zona umida di importanza Internazionale per la presenza in inverno di oltre 10.000 uccelli acquatici, all’istituzione di una riserva naturale statale nei 30 ettari più importanti (1980).

Riserva Naturale Le Bine

LOMBARDIA

Specie simbolo: Rana di Lataste

Era il lontano 1751 quando un meandro del fiume Oglio venne rettificato attraverso la costruzione di un canale in modo da renderne più semplice la navigazione. Nel corso del tempo il braccio abbandonato  si è trasformato in palude, favorendo l’insediamento di animali e piante palustri. Proprio la palude oggi è il cuore della riserva naturale WWF Le Bine, che fa parte del Parco Regionale Oglio Sud, e deve il suo curioso nome alla tipica cascina lombarda che si trova al suo interno, già presente a fine ‘700: il nome originario, infatti, era bina, che in dialetto vuol dire “riparo”, “palafitta” e “chiusa”.

Lago di Penne

ABRUZZO

Specie simbolo: Nitticore

Dalla passione di alcuni giovani volontari, rapiti dal volo dei tantissimi uccelli che hanno eletto a dimora un piccolo lago artificiale incastonato tra le montagne dell’Abruzzo, è nata la Riserva naturale regionale “Lago di Penne”, che costituisce una delle oasi più importanti tra quelle gestite da WWF Italia.
Quella di Penne è “un’oasi inventata” dal momento che il lago, cuore dell’area protetta, è in realtà un bacino artificiale formato da uno sbarramento sul fiume Tavo. Tuttavia, nonostante lo sbarramento artificiale, l’area è diventata negli anni un esempio concreto di recupero ambientale: sono state ricostruite ampie fasce di vegetazione naturale, che ha favorito le condizioni per l’insediamento di particolari specie animali.

Oasi Lago Preola e Gorghi Tondi

SICILIA

Specie simbolo: testuggine palustre siciliana

La comune testuggine palustre europea (Emys orbicularis) è presente in tutta Europa e vive in stagni, paludi, laghi, nelle ampie foci dei fiumi e in specchi d’acqua tranquilli con un’abbondante vegetazione. Ma in Italia, oltre a Emys orbicularis, presente in tutta la penisola, è da poco stata riconosciuta un’altra specie endemica in Sicilia: la testuggine palustre siciliana, Emys trinacris, in onore del termine greco con cui era conosciuta l’isola: Trinachia. Tra le prime popolazioni di testuggine siciliana oggetto di studio vi sono state quelle dell’oasi WWF Lago Preola e Gorghi Tondi, dove tuttora vengono condotti importanti studi e ricerche scientifiche sulla specie.

Oasi Marmirolo

LOMBARDIA

Specie simbolo: Martin Pescatore

Piccolo volatile dai colori sgargianti e infallibile pescatore, il Martin Pescatore (Alcedo atthis) è una specie che si può osservare nei pressi di zone umide o di corsi d’acqua all’interno di molte Oasi del WWF.
Numerosi sono i nomi con cui questa specie è stata battezzata dagli esseri umani nel corso dei secoli, quest’ultimi ispirati dai suoi precisi tuffi per procacciarsi le prende (“pescatore”) e dalla sua livrea azzurra che richiama il blu regale dei re (kingfisher in inglese). Ancora più affascinante, però, è l’origine del nome scientifico: Alcedo atthis deriva infatti da Alcione, personaggio della mitologia greca, figlia del dio dei venti Eolo. Quando Alcione morì gettandosi in mare, gli dei la trasformarono in un piccolo uccello dalla magnifica, brillantissima livrea, il Martin Pescatore.

Oasi Palude del Busatello

VENETO

Specie simbolo: Airone rosso

Il 90% delle aree umide sono scomparse nell’ultimo secolo nella sola Europa e la drastica riduzione di questi ambienti ha messo in crisi e portato all’estinzione molte specie di piante e animali. Tra queste specie c’è l’Airone rosso legato ai canneti per la sua nidificazione, uno dei pochi aironi che nidifica “a terra”. Per la sua salvaguardia è stata importante l’istituzione di molte aree protette e l’azione del WWF con il suo sistema di Oasi. È questo il caso della “Palude del Busatello”, un fazzoletto di terra e acqua tra Veneto e Lombardia, sopravvissuto alle numerose bonifiche che hanno interessato la pianura padana a partire dal 1800. L’area è sopravvissuta fino ai tempi recenti grazie all’antica attività di taglio di carici e canna palustre impedendo il progressivo interramento della palude.